Archivio Categoria: Scienza - Pagina 9

It’s the Eye of the Trilobite!

Avendo intenzione di parlare di occhi, c’è tutta una serie di classiche aperture che potrei usare.

Nella migliore tradizione dello pseudogiornalismo televisivo potrei tirare fuori qualche luogo comune oltremodo abusato, come ” gli occhi sono lo specchio dell’anima e quindi i trilobiti sono molto rock n’ roll”.

Potrei, tanto per rimanere legato ad un ambito più biologico, tirare fuori quella famosa citazione di Darwin, dalla quale i creazionisti, misteriosamente, omettono sistematicamente l’ultima frase:

To suppose that the eye with all its inimitable contrivances for adjusting the focus to different distances, for admitting different amounts of light, and for the correction of spherical and chromatic aberration, could have been formed by natural selection, seems, I freely confess, absurd in the highest degree. […] Reason tells me, that if numerous gradations from a simple and imperfect eye to one complex and perfect can be shown to exist, each grade being useful to its possessor, as is certain the case; if further, the eye ever varies and the variations be inherited, as is likewise certainly the case; and if such variations should be useful to any animal under changing conditions of life, then the difficulty of believing that a perfect and complex eye could be formed by natural selection, should not be considered as subversive of the theory.

Potrei usare altri sublimi artifizi retorici, ma sinceramente, non ce n’è bisogno.

Basta qualcosa di più semplice, come una pseudo-citazione dei survivor nel titolo, e l’argomento in sé, che è spropositatamente figo.

Cioè l’occhio dei trilobiti.

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Un uccello mi ha rubato i calzini!

No,  davvero.

Cioè, non a me personalmente, ma al mio amico Jared Diamond.

Che sì, tecnicamente non è mio amico in quanto non sa neanche chi io sia.

E sì, lo so che lo cito continuamente, ma come si fa a non amare una persona con una barba così?

Jared Diamond

Grazie, Wikipedia.

Ad ogni modo: JD ha pubblicato un articolo vent’anni fa su l’Annual Review Of Ecology And Systematics di cui sono venuto a conoscenza tramite la bibliografia di un libro alquanto awesome regalatomi (Consigli Sessuali Per Animali in Crisi – Olivia Judson), in cui parlava, tra l’altro, dei simpaticissimi uccelli giardinieri.

Un maschio di uccello giardiniere satinato mentre costruisce il suo nido. Notare i fashionissimi tappi di bottiglia. Fotocredits: Tim Laman, National Geographic, che si spera non mi faccia causa.

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Parassiti, carcasse e altre cose che si mangiano.

I parassiti non piacciono quasi a nessuno.

Anche i vermi, in generale, non sono esattamente gli animali più sexy che si possano immaginare.

I vermi parassiti, di conseguenza, si portano dietro una certa quantità di pregiudizi, e lo fanno più o meno dall’inizio dei tempi. Nel Settecento, si pensava che i parassiti fossero il prodotto finale di svariate malattie, che uscivano da vari orifizi per generazione spontanea; conseguentemente, i parassiti facevano schifo. Nell’Ottocento, dopo Darwin, si radicò nella mentalità comune l’idea per cui l’evoluzione avesse una finalità teleologica (che Darwin non aveva mai sostenuto, tra l’altro),  e quindi ci fosse questa spinta interiore verso una perfezione sempre superiore. Ma i parassiti no, erano degenerati: spesso nel loro ciclo vitale perdevano segmenti e arti, e semplicemente si attaccavano al loro ospite, interessati soltanto a riparo e nutrimento. Nel Novecento, ci pensa Hitler a peggiorare la situazione: uno dei suoi appellativi preferiti da rivolgere agli ebrei era proprio, guarda caso,  parassiti. E come chiamavano Marx e Lenin i borghesi e i burocrati che opprimevano la società ? Già, parassiti. Il disprezzo e il pregiudizio nei confronti di queste creature è arrivato fino a Konrad Lorenz, il grande pioniere dell’etologia e del comportamento animale, che scriveva di ” evoluzione retrograda ” dei parassiti, forse per evitare il vocabolario di cui la retorica nazista, che lui conosceva molto bene, si era impadronita.

La verità, però, è che i parassiti sono una figata allucinante.

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Quando morirò, mielificatemi.

Poco prima di tornare da New York, in aeroporto, mi sono trovato nella quanto mai stressante situazione di non avere alcun libro da leggere. Fortunatamente, all’interno del JFK c’era una libreria. Ora, chi mi conosce sa che io soffro di una forma di ossessione compulsiva: se entro in una libreria, non esco a mani vuote. Mai.
Razionalizzando dunque il quarto libro acquistato in 3 settimane di permanenza negli States come ” Hai bisogno di qualcosa da leggere in volo, no ? ”  misi le mie manine pacioccose su Stiff, The Curious Life Of Human Cadavers (In italiano dovrebbe chiamarsi ” Stecchiti ” ), di cui avevo letto tempo prima una buona recensione su un Scientific American.

Stiff è un libro piuttosto leggero e piuttosto divertente da leggere (eccezion fatta per la transitoria tensione provocatami dal leggere il capitolo sulle morti da incidente aereo, durante un volo aereo.).  Nel libro c’è tutta una serie di aneddoti  divertenti, ma uno in particolare mi è rimasto impresso.

Immagino che più o meno tutti abbiano sentito parlare delle proprietà terapeutiche del miele:  le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche e leggermente antibiotiche sono ben note; Ma dubito che molti, anche tra i fan di cialtronate come la naturopatia o la medicina tradizionale cinese,  conoscano le meraviglie che si potevano trovare nei Bazaar dell’Arabia del 12 secolo.

In questi Bazaar, se avevate tasche abbastanza profonde, potevate trovare qualsiasi cosa; e per qualsiasi cosa intendo qualsiasi cosa, incluso un particolare medicamento fatto con uomo mielificato. Confettura di mummia umana, apparentemente una medicina portentosa rigorosamente da usare per via orale.

Yummy.

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I bradipi preistorici sono interessanti.

Ricordo che un’ oziosa domenica pomeriggio,  ormai parecchio tempo fa,  stavo bevendo il mio thé delle 5 in compagnia della mia ragazza,  e alla tv, quello che credo fosse ” Passaggio a Nord Ovest ” parlava di un qualche ritrovamento fossile da qualche parte in Sud America.

Niente fuori dall’ordinaria amministrazione per un documentario, almeno finché in video non appare un distinto signore francese, che il programma presenta come esperto mondiale di bradipi preistorici. Esperto Mondiale Di Bradipi Preistorici.  Credo che sia inutile dire che la sua è decisamente la professione più awesome al mondo.  Posso solo immaginare quanto vantaggio un simile titolo ti possa dare ad un cocktail party:

” Ah,  sì,  beh, io lavoro per una società assicurativa, è un lavoro estremamente appagante, guadagno bene, ed ho un sacco di responsabilità e blablabla sono una persona fondamentalmente noiosa. Tu cosa fai nella vita ? ”
” Sono un esperto di bradipi preistorici. ”

Fatality. Flawless Victory.

Al di là di questo, però, uno può legittimamente chiedersi cosa mai ci può essere di tanto interessante nei bradipi prestorici da convincere qualcuno a dedicare la propria vita a studiarli.

E, secondo la mia opinione, basta una singola immagine per scoprire quanto i bradipi preistorici possano essere estremamente fighi:

Megatherium Americanum

Megatherium americanum. Un biscotto a chi indovina perché viene considerato MEGAfauna.

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