Apocalisse Azteca, fuori tempo massimo

Una persona sana di mente, o quantomeno non totalmente e indicibilmente pigra, probabilmente avrebbe scritto di escatologia azteca e miti sull’apocalisse tipo, non so, quattro anni fa, nel mezzo dell’isteria collettiva per il 2012, quando la gente (e per gente intendo Giacobbo) era piena d’interesse. Ma io sono irragionevolmente pigro e non del tutto sano di mente, ergo metà Aprile 2016 è un momento buono come un altro per raccontare (più o meno) uno dei miti fondamentali del mondo mesoamericano: la leggenda dei cinque soli (o della quinta apocalisse, se vi è utile da usare come titolo per acchiappar più click).

Gli aztechi credevano in un dio creatore primigenio, Ometeotl, che, per ragioni non del tutto chiare, creò quattro divinità, una per ciascuna delle quattro direzioni cardinali, e gli delegò il compito di creare il mondo.

Le quattro divinità, bontà loro, si misero d’impegno per ordinare il mondo dal caos primigenio. Ma siccome il Sole non esisteva ancora, la maggior parte delle loro creazioni cadeva nel Grande Vuoto, dove veniva divorato da Cipactli, il Grande-Demone-Marino-Rospo-Coccodrillo-Con-Bocche-Su-Ogni-Articolazione-E-Denti-Su-Tutto-Il-Corpo.

Cipactli, il Grande-Demone-Marino-Rospo-Coccodrillo-Con-Bocche-Su-Ogni-Articolazione-E-Denti-Su-Tutto-Il-Corpo

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Links Marzo 2016 – L’URL del Bradipo Terrorizza anche L’Occidente

E’ di nuovo quel periodo del mese in cui imbratto poster classici per fare giochi di parole squallidi e compilo una lista di gustosi contenuti trovati altrove!

Lurldelbradipo

Sperando che gli eredi di Bruce Lee, notoriamente litigiosi in termini di copyright, non cerchino di pelarmi il culo in tribunale

Un paziente grave viene operato da medici della Seconda Università di Napoli, e muore. Il suo caso viene raccolto in una pubblicazione, millantando però che il paziente è guarito, copincollando i risultati di un altro caso. Resta in letteratura come “best practice”, se non ché, il figlio del defunto è un medico dell’Imperial College e scopre la pubblicazione truffa. La difesa degli autori ” una svista “. E, come è stato per Infascelli, nessuna punizione di sorta da parte dell’Università, perché già una retraction è una punizione gravissima secondo il rettore.
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La vita, le opere e il genere(!?) del Dottor Barry

Nel luglio del 1865, a Londra, il Dottor James Barry, che aveva ottenuto il rango di Inspector General of Military Hospitals, il più alto grado per un ufficiale medico nell’esercitò inglese, morì di dissenteria.

Il suo ultimo desiderio fu che il suo corpo non fosse toccato, neanche per essere aggiustato per la sepoltura, dopo la morte; ma vista la situazione, una donna zelante decise di andare contro all’ultimo desiderio del defunto.

E scoprì che il defunto Dr James Barry, uno dei medici più rispettati d’Inghilterra, era una donna.

Un ritratto di James Barry nel 1813, autore ignoto

Un ritratto di James Barry nel 1813, autore ignoto.

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El Hijo Del Bradipo Contra El Monstruo De Linkestein – Links per Febbraio 2016

Madò, sono una persona terribile che su questo blog non scrive da LUGLIO, mentre imbratta pagine altrove, incluso infestare la sua pagina Facebook. Ma si può? No, dai, non si può a seguito dunque di profonde riflessioni nonché di mobbing da parte dei lettori (Ciao hronir) ho deciso che almeno posso copiare quello che fanno tutti gli altri blog che non hanno voglia di produrre contenuti propri e fare periodici post di link a contenuti che in qualche modo ritengo saporiti.

Siccome per contratto devo fare il simpatico fallendo almeno una volta per post, per la vostra gioia gli articoli coi links saranno titolati come parodie di vecchi b-movie con El Santo e giochi di parole squallide con la parola "link".

Siccome per contratto devo fare il simpatico fallendo almeno una volta per post, per la vostra gioia gli articoli coi links saranno titolati come parodie di vecchi b-movie con El Santo e giochi di parole squallide con la parola “link”.

Senza ulteriori indugi, in ordine completamente casuale di cose che trovo andando a ritroso sulla mia bacheca di Facebook:
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Haeckel: evoluzionista, artista, antipapa

Non scrivo quasi mai in occasione di anniversari perché ciò richiede due skill critiche (essere puntuali e non essere pigri) che non ho minimamente, ma oggi è il compleanno di Ernst Haeckel, probabilmente uno dei 10 biocosi più importanti della storia della biologia, quindi faccio un’eccezione e ci provo.

Se avete presente Haeckel lo avete presente per una di due cose: le stampe litografiche sparaflesciose che faceva e che ancora adesso sono un capolavoro, o il fatto che è quello che ha promulgato la legge biogenetica, alias ” L’ontogenesi ricapitola la filogenesi “, alias ” Se guardi un embrione umano mentre si sviluppa all’inizio sembra un pescetto, poi un rettilino, poi un mammiferotto, e infine una persona, come se durante lo sviluppo embrionale ripercorresse tutto il suo albero genealogico a ritroso.”

A fare i pignoli, no, non è vero che l’ontogenesi ricapitola la filogenesi: è un’analogia carina, che funziona e rende l’idea, ma insomma, no, la realtà è più complicata di così. Ma era un precetto fondamentale della versione della teoria dell’evoluzione di Haeckel, di cui però raramente si fa menzione perché si è tutti impegnati a tirar in mezzo Lamarck (A questo proposito: avete mai provato a leggere gli scritti di Lamarck? Non si capisce niente orcoschifomadò. Praticamente che abbia detto qualcosa sull’eredita dei caratteri acquisiti lo devo prendere per atto di fede).

Haeckel aveva studiato medicina in Germania, ma della medicina gli fregava relativamente: era rimasto fulminato da quella che era in quel momento (prima metà del 1800) la teoria scientifica figosa du jour: l’idea che la vita fosse fatta da cellule. Una volta che ha una cattedra, a Jena, prende e scappa in sud Italia, dove si mette a studiare gli invertebrati marini, perché nelle loro forme macroscopiche vede chiari collegamenti con la loro natura microscopici. Ah, che bei tempi il 1850, quando i cervelli in fuga erano verso l’Italia invece che da!

La maggior parte delle stampe di Haeckel sono di dominio pubblico! Gioa gaudio e tripudio! Questo viene da Kunstformen der Natur, la piastra nello specifico è quello sui Prosobranchia, una sottoclasse di molluschi gasteropodi, ed è stata scelta esclusivamente perché contiene "Proso" nel nome.

La maggior parte delle stampe di Haeckel sono di dominio pubblico! Gioa gaudio e tripudio! Questo viene da Kunstformen der Natur, la piastra nello specifico è quello sui Prosobranchia, una sottoclasse di molluschi gasteropodi, ed è stata scelta esclusivamente perché contiene “Proso” nel nome.

Si studia quindi bene radiolari e cnidari vari, finché non gli capita in mano, intorno al 1860, la traduzione in tedesco dell’Origine Delle Specie. La sua reazione è ” FIGATA PAZZESCA ADESSO VADO IN MEZZO ALLA STRADA E URLO AL MONDO QUANTO HA RAGIONE DARWIN ” torna in patria e più o meno fa quello, al punto di diventare uno dei più accaniti propositori dell’evoluzione fuori dal Regno Unito, nonché uno dei responsabili primari del fatto che per mezzo secolo la Germania sarà all’avanguardia nello studio di tutte le bioscienze.
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L’insostenibile solitudine dei tripanosomi

È San Valentino, ma io e la mia ragazza da un paio di mesi siamo separati da un oceano e 6500 kilometri, quindi non si batte chiodo. Poteva andare peggio però. I tripanosomi (Trypanosoma brucei gambiense) non fan sesso da 10 mila anni, ma non van mica su facebook a lamentarsi.

Probabilmente non si lamenta perché è un protozoo flagellato, e ad essere microscopici si fa fatica a schiacciare le lettere sulla tastiera. Un po’ deve anche essere perché sto parassita è la causa della malattia del sonno, una di quelle malattie bastarde trasportate dalla mosca Tsetse, che ti consuma lentamente tra febbri alte, dolori di ogni genere, e (nonostante il nome) ti impedisce di dormire finché non muori. Cioè non è proprio il caso che faccia la povera vittima su FB.

Se hai accesso ai farmaci (cosa non scontata, considerando che è una di quelle malattie tropicali “neglette”) è molto probabile che la scampi però. La guarigione è lunghissima, ti lascia con danni permanenti, e devi monitorare che qualcuno di questi cosini non sia sopravvissuto per almeno due anni, ma la scampi. E parte del motivo per cui la scampi è che questo protozoo non fa sesso da 10mila anni, per cui il suo genoma non cambia, per cui i trattamenti non diventano obsoleti.
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I microbiomi non sono una novità

Ultimamente c’è un sacco di gente che si fa le seghe a due mani sul microbioma umano: ” Ohibò i batteri che hai nell’intestino determinano se ingrassi o meno ” “Ohibò il microbioma influenza se sviluppi allergie o meno ” e via di questo passo. Non passa una settimana senza che non esca qualche lancio stampa su qualche implicazione sulla salute dei microorganismi che vi vivono dentro/addosso.

Ma non è mica che il microbioma è un’idea nuova. Cioè, è un campo di ricerca nuovo perché prima era complicato studiarlo, ma al di là di quello, gli amici piantologi vegetali ste robe l’avevano già messe in conto negli anni 50, quando ha cominciato a diventare popolare il termine fillosfera, cioè le foglie e le altre parti visibili della pianta come habitat dei micro-organismi. I piantologi ci sono arrivati prima non solo perché sono più sgamati della media, ma perché già sapevano bene l’importanza delle comunità batteriche vicino alle radici delle piante, la rizosfera, han fatto 2+2 e si son dati pacche sulle spalle tra di loro.

Photocredits: La muffa grigia che se magna un grappolo d'uva, foto di Tom Maack via Wikimedia Commons, su licenza CC BY-SA 3.0

Photocredits: La muffa grigia che se magna un grappolo d’uva, foto di Tom Maack via Wikimedia Commons, su licenza CC BY-SA 3.0

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Questa non è una farfalla

Caligo Atreus e crisopidi che non sono farfalle

immagine composita dalla fig 1 del paper con crisopidi fossili e dalla foto di Caligo atreus di Lorenzo Magnis, rilasciata in licenza CC-BY-NC-SA https://www.flickr.com/photos/lorenzo-l-m/

Ceci n’est pas un papillion.

Cioè, un momento. Quella sulla sinistra sì, è una farfalla civetta. Ma i fossili sulla destra? Quelle non sono farfalle, sono cose farfallose 80 milioni di anni prima che esistessero le farfalle.

Confusi? Mannò, dai, è solo evoluzione convergente, anche se a livelli che sfiorano l’incredibile.

Circa 165 milioni di anni fa, nel giurassico, quei cosi sulla destra, crisopidi kalligrammatidi, svolazzavano in giro, impollinavano fiori e ciucciavano nettare. Ma i crisopidi non sono farfalle: il loro antenato comune più vicino viveva tipo 300 milioni di anni fa. Se googlate crisopidi, anche se il nome non vi dice niente, sono sicuro che li avete visti in giro nella vostra vita. 300 milioni di anni significa che sono due lignaggi evolutivi separati quanto Homo sapiens e il rospo comune.
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Séralini torna all’attacco: ” Laboratory Rodent Diets Contain Toxic Levels of Environmental Contaminants: Implications for Regulatory Tests “

Penso che più o meno tutti quelli che si trovano a visitare questo sito abbiano almeno una vaga idea di chi sia Gilles-Éric Séralini, ma per chi non dovesse conoscerlo, un breve recap; per ulteriori approfondimenti c’è sempre Wiki Eng.

Séralini è un docente universitario francese, all’Università di Caen, andato alla ribalta nel 2012 pubblicando un articolo dal titolo “Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize” , in cui sosteneva che mangimi contenenti mais round-up (un tipo di OGM modificato per essere resistente al glifosato, un erbicida) causavano il cancro nei ratti. Il risultato era stato pubblicato su un journal relativamente marginale ma ottenne un sacco di attenzione dalla stampa, e con quella attenzione un sacco di scrutinio aggiuntivo. Nel giro di un periodo relativamente breve saltò fuori che lo studio era finanziato da tutta una serie di consorzi e aziende anti-OGM (la principale è la CRIIGEN, Committee Of Independent Research and Information on Genetic Engineering, che ha messo i soldini per molti studi anti-OGM e, sorprendentemente ma non del tutto, per promuovere l’omeopatia).

Attaccare i conflitti di interesse non dichiarati dall’Autore, per quanto sia una critica valida dal momento che implica che ci sia qualcosa da nascondere, lascia però il tempo che trova; quello che più di tutti rende il precedente articolo di Séralini inattendibile è la sua metodologia fallace: il ceppo di ratti utilizzato nello studio in questione è naturalmente suscettibile ad una maggiore incidenza di tumori, e nonostante ciò alcuni ratti alimentati con GM risultavano sopravvivere più a lungo; la vita media di questi ratti è di 2 anni, e l’incidenza dei tumori aumenta con l’età: ma la durata dello studio di Seralini era superiore ai due anni, aggiungendo altro rumore di fondo ai suoi risultati. Peggio ancora, oltre al sospetto di magagne nell’analisi statistica, l’articolo sollevava grossi problemi etici, dal momento che Séralini aveva lasciato che i tumori in questi poveri animali crescessero ben oltre quanto fosse accettabile per qualsiasi linea guida internazionale per ottenere foto scioccanti da sbattere in prima pagina prima di sopprimere i ratti malati. Non solo i risultati dell’articolo diventavano statisticamente insignificanti quando comparati con i gruppi di controllo normali dello stesso ceppo di ratto (Sprague Daley) ma erano in diretto conflitto con ricerche pubbliche analoghe, aumentando ulteriormente il sospetto di manipolazioni dovute al conflitto di interesse.

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Sul Whiffy Wheat

Il “whiffy wheat”, il grano odoroso, doveva essere la prima pianta geneticamente modificata per rilasciare un feromone come forma di difesa. Il risultato delle prime prove su campo, condotte dall’Istituto di Rothamsted, il più antico centro di ricerca agronomica pubblico del mondo, è però negativo.
L’idea dietro il Whiffy Wheat è teoricamente semplice. Gli afidi del grano causano 120 milioni di sterline di danni ogni anno nel regno unito. La tecnica più efficiente per contenere questi danni è la lotta integrata, ovvero l’utilizzo di predatori naturali e insetti benefici per tenere lontano gli afidi, ma è difficilmente scalabile su scala industriale che si usa per coltivare il grano nella stragrande maggioranza dei casi. E quindi si usano montagne di insetticidi.

Quella tra insetti e piante è da sempre una storia di co-evoluzione; per questo motivo molte piante hanno “imparato” a manipolare segnali chimici per attrarre o repellere determinati insetti. In questo caso, i ricercatori hanno preso un gene dalla Menta piperita, che sintetizza un terpenoide, un composto aromatico che repelle diverse specie di afidi e attira vespe parassitoidi che depongono le loro uova negli afidi, uccidendoli. Si può, volendo, vederlo come una forma di sistema immunitario subappaltato tramite simbiosi.
I test in laboratorio sono stati molto positivi su tutte e tre le principali specie di afidi dannose, ma il risultato non è stato replicato in campo aperto, con nessuna differenza significativa di resistenza agli afidi tra il grano modificato e la versione commerciale originale.

Per quale motivo? Non è ancora del tutto chiaro, ma gli autori hanno un’ipotesi alquanto plausibile, che ha a che fare con il rilascio del feromone. Normalmente i feromoni e gli altri segnali chimici vengono rilasciati sottoforma di picco: gli afidi ne rilasciano molto quando sono attaccati da vespe parassitoidi, la menta li rilascia quando è danneggiata dagli afidi. Ma il Whiffy Wheat rilascia il feromone ad un livello basso ma costante; ed è probabile che dopo un breve periodo gli afidi si siano adattati a ignorare questo livello come fosse rumore di fondo. Per quanto sulla carta la tecnica sia molto promettente, e dovrebbe ridurre la probabilità di una rapida evoluzione di resistenza, questo specifico esperimento è da rivedere completamente.

Sono due le cose che, secondo me, escono come più interessanti da questo studio: la prima è la capacità degli afidi di abituarsi nel giro di una generazione al rumore di fondo. Non è esattamente un’evoluzione di una resistenza, che richiederebbe cambiamenti genetici e più tempo, ma una sorta di comportamento imparato semplicemente crescendo in un ambiente dove il feromone è costantemente presente.
La seconda è una considerazione di natura sociale. La ricerca in questione era totalmente pubblica: gestita da enti pubblici nel regno unito e finanziata con i soldi dei contribuenti. E molti attivisti anti-OGM stanno strumentalizzando questo risultato negativo (che di per sé non sarebbe un fallimento, perché sapere cosa non funziona è tanto importante quanto sapere cosa funziona) per attacare in toto l’idea dei finanziamenti pubblici alla ricerca sugli OGM. Esemplare in questo senso le dichiarazioni di Liz O’Neill, presidente di GM Freeze, una associazione inglese che aveva protestato negli ultimi 2 anni contro questo esperimento, alla BBC:

“The waste of over £1m of public funding on a trial confirms the simple fact that when GM tries to outwit nature, nature adapts in response.”

Questo, di per sé, non sarebbe particolarmente interessante: ogni scusa è sempre buona per tirare acqua al proprio mulino. Diventa però interessante quando alle sue dichiarazioni aggiungiamo questa piccola postilla, riportata su Nature:

” The protests did not disrupt the research, but making the site secure added around £1.8 million (US$2.8 million) to the study’s research cost of £732,000. “

Ovvero: la ricerca è costata 3 volte tanto per via dei tentati sabotaggi del campo da parte dello stesso gruppo che si lamenta del costo della ricerca.
Creare un problema e usare quel medesimo problema come argomentazione contro qualcosa a cui ci si oppone ideologicamente non è una cosa nuova, ma in questo caso è particolarmente sfacciato.
Un po’ come se ci si opponesse strenuamente alla ricerca pubblica sugli OGM perché non ci si fida delle ricerche promosse da grandi colossi commerciali.

ResearchBlogging.org Bruce TJ, Aradottir GI, Smart LE, Martin JL, Caulfield JC, Doherty A, Sparks CA, Woodcock CM, Birkett MA, Napier JA, Jones HD, & Pickett JA (2015). The first crop plant genetically engineered to release an insect pheromone for defence. Scientific reports, 5 PMID: 26108150