Abbiamo davvero un numero finito di battiti del cuore ?

E’ passato quasi un mese dalla morte di Neil Armstrong.

L’ho scoperto mentre ero in vacanza, navigando con il mio smartphone sulla rete wifi dell’ostello. La mia prima reazione, ancora prima di rattristarmi, è stato sentirmi oltraggiato. Non per tutte le battute più o meno tristi che giocavano con la confusione fra Neil Armstrong/ Lance Armstrong/Louis Armstrong. L’idea in sè che l’Universo avesse un Neil Armstrong morto e uno Scilipoti  vivente semplicemente era troppo, e la mia reazione è stata più o meno analoga a quella del tifoso medio quando viene assegnato un rigore contro la sua squadra.

La seconda cosa che mi è balzata in mente è una frase celebre attribuita a Neil, che ora è immortalata in un dozzilione di varianti di poster/fumetti/foto per una conveniente condivisione su FB. Qui sotto un esempio:

Traduzione per la mia mamma che non parla inglese: “Credo che ogni essere umano abbia un numero finito di battiti cardiaci, e non intendo sprecarne nessuno”

Che è praticamente una variante nerd del sempreverde “Carpe Diem”, o una variante un po’ più raffinata del più recente YOLO.

Ma in quel momento, fissando i 3.2 pollici di schermo dello smartphone, quell’affermazione era diventata più importante del fatto in se. Neil aveva ragione ? Abbiamo davvero un numero finito di battiti del cuore prima di morire ? Dobbiamo davvero sorbirci altri ~30 anni di Scilipoti ?

Sentivo l’urgente bisogno di trovare risposta a questa domanda, ma la mia ragazza mi stava trascinando fuori verso un hipsterissimo concerto jazz in un hipsterissimo locale parigino, quindi l’unica cosa a cui potevo appellarmi per trovare una risposta erano i meandri della mia memoria.

E io ho una pessima memoria.

Avevo nel cervello da anni queste due informazioni: sapevo della frase di Neil Armstrong, e sapevo di aver letto da qualche parte un saggio di Stephen Jay Gould che si interrogava sulla medesima questione. Le due idee non si erano mai incrociate fino a quella sera, ma per la prima volta il mio cervello fece click e riuscì a metterle insieme. Magari Neil stesso aveva preso l’idea da Gould: in fondo Neil era un nerd certificato, e non dubito che fosse stato in qualche modo esposto ai libri di Gould. Peccato che non riuscivo a ricordarmi da che diavolo di libro venisse quel saggio. Se avessi avuto accesso allo scaffale Gould della mia libreria, avrei potuto risolvere l’arcano in un istante, ma ero intrappolato su un vagone della metro francese diretto da qualche parte nei pressi di Les Halles.

Tra la sezione Gould e la sezione Dawkins della mia libreria c’è la sezione Discworld, anche detta ” Zona Demilitarizzata Di Pratchett “. Altrimenti quei due litigano.

Non ricordavo in che libro fosse (credo il pollice del panda), ma avevo fotografato in testa l’immagine di un grafico XY con una bella retta di correlazione che passa attraverso tutti i punti e che mette in relazione durata della vita e il peso nei mammiferi, tranne gli esseri umani, che erano outlier assoluti e che avevano il triplo o giù di lì dei battiti degli altri. Più l’animale è piccolo, più breve è la vita dell’animale. Essere più piccoli significa avere più dispersione termica, il che significa che bisogna bruciare più energia per mantenere la stessa temperatura, il che implica più respiri, e conseguentemente più battiti. Prendere un polso ad un gatto non è molto pratico, ma la prossima volta che ne prendete in braccio uno, fate caso a quanto più velocemente respira. Viceversa, più grosso è un animale, più lento è il battito. In un aorta molto grande, il sangue deve scorrere più lentamente per arrivare ai capillari senza farli esplodere. Gli elefanti e le balene hanno una vita media che è dello stesso ordine di grandezza di quella umana, a riconferma del fatto che c’è qualcosa di strano in noi che non ci fa stare sulla retta.  Ricordo anche chiaramente che Gould andava a trovare il rapporto tra frequenza respiratoria e cardiaca, per escludere il peso corporeo dall’equazione, ma non riesco assolutamente a ricordarmi nei dettagli come ci arrivava… e, intanto, eravamo giunti alla nostra fermata.

Lasciando imprudentemente alla mia ragazza il compito di orientarsi e trovare il locale, il mio cervello cerca di fare qualche conto fra sé e sé. Il cuore di un essere umano batte più o meno 60 volte al minuto, il che significa più o meno 4000 volte all’ora, che significa più o meno 100000 volte al giorno, che significa più o meno 30 milioni di volte l’anno, che per una vita media di 75 anni significa…

15 €? Senza consumazione ? Per un cavolo di tributo ad Astor Piazzolla ? E avevo pure perso il conto spannometrico. La tipa alla cassa parlava inglese con la stessa scioltezza con cui io parlo Swahili.

Ci infilammo in due posti in un angolino e mi accontentai spannometricamente di arrivare alla cifra 3 miliardi di battiti cardiaci per persona per vita. Questo valore non è il numero finito di battiti, ma è sicuramente il numero medio di battiti, visto che c’è una durata media della vita, un ritmo cardiaco medio, etc. Ora, se io, in via del tutto ipotetica, facessi esercizio, il mio ritmo cardiaco momentaneamente salirebbe, ma il mio ritmo basale sul lungo periodo si abbassa, tipo quei ciclisti folli che avevano 30 o 40 battiti a riposo, perché pompa più sangue con la stessa pulsazione. Quindi il fatto che chi è più atletico, EPO a parte, tende a vivere più a lungo, in realtà è una argomentazione a favore del conto limitato dei battiti…

Ad ogni modo il tango-jazz della tribute band argentina era piuttosto catchy, così come erano piuttosto divertenti gli sguardi sperduti dei francesi quando il trombettista si rivolgeva a loro in spagnolo.

Le testuggini arrivano a vivere 100-150 anni, perché hanno un metabolismo basale abbastanza basso. E in generale una delle poche strategie sensate per allungare la vita degli animali, almeno in laboratorio, è la deprivazione calorica. Se li affami, gli dai approssimativamente un terzo delle calorie che assumono normalmente, riesci ad allungargli la vita. E un metabolismo basale più basso è collegato ad un battito cardiaco più lento, e quindi ad un uso più oculato di quei 3 miliardi di battiti cardiaci che abbiamo in banca. Mi vengono dei flash di Logan’s Run, ma cerco di ignorare le infinite tangenti su cui il mio cervello vuole deviarmi, e di concentrarmi sulla questione.

Va bene, diciamo che c’è un fondo di verità alla questione battiti cardiaci, e il fondo di verità è legato al metabolismo basale. Significa che abbiamo sul serio un numero finito di battiti cardiaci, per una ragione o per l’altra ?  Per espandere la mia mente decisi che era giunto il momento di mollare altri 7 euro e prendermi una birra.

Sicuramente, in qualche modo, metabolismo basale e durata della vita sono legati; indipendentemente da quale teoria dell’invecchiamento uno voglia tenere in considerazione, un metabolismo più lento significa invecchiare più lentamente. Un battito cardiaco più lento significa, generalmente, un metabolismo basale più lento. Quello che Neil diceva non è propriamente giusto, perché non c’è un limite superiore al numero di battiti al di sopra del quale siamo spacciati, ma non è del tutto sbagliato: anche con tutti i progressi della medicina moderna che ci spostano due gradini più in su dei nostri compagni del regno animale, abbiamo tutti una data di scadenza. Se volete contare il tempo con i respiri, o con i battiti cardiaci, perché è più poetico, si può fare senza neppure allontanarsi troppo dalla realtà.

E questo può significare cose brutte, come il fatto che prima o poi tutto finisce, o che dobbiamo sopportare Scilipoti per altri 30 anni. Per me dà anche più forza al semplice Carpe Diem, perché mentre il mio cervello è totalmente incapace di immaginare cosa sono 70 anni, ogni minuto vivo sessanta volte quello che è un battito cardiaco.

E mi rifiuto di chiudere questo articolo con una nota piena di cliché come ” fate qualcosa di meraviglioso della vostra vita “, o  ” sfruttate al massimo ” il tempo che avete, o ” Osate cose grandiose “.  Orazio e Neil hanno la statura intellettuale e il prestigio per farlo, io non mi ci avvicino neppure.

C’è un posto dove il tempo può scorrere più o meno velocemente, ed è dentro la vostra testa. Ogni tanto, invece di correre da un divertissement all’altro, prova a fermarti un momento, e a pensare. La vita potrebbe sembrarti un pochettino più lunga.

E ci sarebbero in giro meno persone tipo Scilipoti.

  1. bellissimo e interessante articolo, e prima di fare una osservazione, voglio mettere il pollice in alto per la selezione di libri nella libreria ^_^ (anche se consiglierei di prenderne qualcun’altro di quel genio di Pratchett, visto sopratutto che tu leggi l’inglese molto bene e quindi non dovrai aspettare 20 anni che Salani-culo-pesante traduca i libri usciti negli ultimi 1-2 anni in Inghilterra…).
    E ora la piccola nota: tecnicamente, l’aspettativa di vita dell’homo sapiens in conidzioni naturali (e quindi come cacciatore-raccoglitore semi-nomale, considizone assimilabile all’animale selvatico) non è certo 75-80 anni, ma cala a 35-40 anni, quindi si torna ad avere un rapporto frequenza battito/aspettativa di vita più simile a quello di altri animali. Viceversa, è noto che un animale in cattività, nutrito nella maniera e nella quantità giusta, che fa la giusta quantità di moto, e viene curato di tutte le patologie che alla lunga potrebbero essere invalidanti o mortali, ha una aspettativa di vita da un terzo a il doppio o triplo di quanto potrebbe avere in natura!
    Com’è messo un leone di 10 anni nela savana? E come è messo, in uno zoo? Come sta un cane randagio di 7 anni? e uno curato e seguito maniacalmente dal padrone?
    Infine, una piccola considerazione di carattere personale: perchè son sempre i migliori che muoiono, e certe merde umane *cough*trequarti dei politici italiani per esempio*cough* sembrano higtlander, e non schiattano mai malgrado i ripetuti interventi per svariate patologie? Potrei iniziare a credere nel diavolo solo per pensare che ci han fatto un patto -_-

    • La nota tecnica è molto giusta, ma la speranza di vita da cui si arriva a calcolare il miliardo di battiti per un mammifero generalmente riguarda gli animali in cattività, che come dici tu ha una vita molto più lunga del suo parente into the wild; a parità di condizioni, l’uomo resta più o meno un outlier. Gould attribuiva questa cosa per lo più al fatto che siamo neotenici; uno studio abbastanza recente tra l’altro mostra che la deprivazione calorica, nei primati, non funziona bene come negli altri animali per l’estensione della vita, quindi magari c’è qualcosa che va oltre.

      Pratchett sto andando per ordine di stampa 1 ad 1 per completare la mia collezione, quindi sicuramente verrà il giorno in cui avrà uno scaffale tutto suo u.u

      • sarebbe allora interessante esaminare altri animali con caratteristiche neoteniche più o meno marcate. I cani possono essere un buon indicatore? Stavo pensando al fatto che cani di taglia piccola, che hanno caratteri neotenici più marcati, hanno una vita sensibilmente più lunga dei cani di taglia grossa (a 7 anni un pastore tedesco è di mezza età, un alano anzianotto, un chiwawa rompe allora allegramente le scatole a tutti saltando e abbaiando, isterico come una donna in quei girni XD, e conosco un pincher nano che a 14 anni suonati ancora tenta di azzannarmi la mano quando vado a casa della padrona, seguendomi abbasiando per tutti e tre i piani di scale della casa. Ripetutamente.)

  2. I cani di piccola taglia effettivamente vivono più a lungo di quello che “dovrebbero” secondo la loro massa corporea, mentre in cani di grossa taglia sono maggiormente in linea, quindi la tua affermazione è assolutamente azzeccata

  3. dr. Feelgood

    Conobbi una sig.ra di 105 anni. Il suo elettrocardiogramma era quello di un giovanotto. Morì a 107 anni dopo che il suo cuore aveva pompato abbastanza sangue da far galleggiare la Nimiz e la sua scorta.
    Morì per un melanoma ( ah queste malattie di oggi, chissà da che saranno provocate?).
    Il suo cuore battè regolarmente fino all’ultimo.

  4. dr. Feelgood

    Conobbi una sig.ra di 105 anni. Il suo elettrocardiogramma era quello di un giovanotto. Morì a 107 anni dopo che il suo cuore aveva pompato abbastanza sangue da far galleggiare la Nimiz e la sua scorta.
    Morì per un melanoma ( ah queste malattie di oggi, chissà da che saranno provocate?).
    Il suo cuore battè regolarmente fino all’ultimo.

    • Ho fatto crescere svariate colture di melanoma maligno primario, e devo dire che non c’è tumore al mondo che mi terrorizza più del MM. E’ semplicemente… malvagio.

  5. speraste1965

    letto da qualche parte:
    la vita non si misura dal numero dei respiri, ma dai momenti che tolgono il respiro

  6. speraste1965

    letto da qualche parte:
    la vita non si misura dal numero dei respiri, ma dai momenti che tolgono il respiro

  7. Due anni di Prosopopea! | Prosopopea - pingback on 07/04/2013 @14:32
  8. Due anni di Prosopopea! | Prosopopea - pingback on 07/04/2013 @14:32
  9. TheFalcon

    La mia è solo un’ipotesi ma, a parità di condizioni di cattività, per i cani il discorso potrebbe essere diverso a causa della selezione delle razze operata in maniera innaturale dall’uomo per accentuare determinate caratteristiche. Ho letto nel libro “Amati, odiati, mangiati” di Hal Herzog di come ad esempio una razza canina (che ora non ricordo, non ho il libro a portata di mano) sia condannata a problemi di respirazione a causa della forma del proprio muso.

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