Io ho un piccolo problema con le scienze umane.
Non sono al livello degli ingegneri stereotipati che vituperano qualsiasi cosa non abbia pulegge o si possa smontare, o a quelli di Sheldon Cooper, ma comunque c’è un limite a tutto.
Ci sono delle branche delle scienze umane che non sono in grado assolutamente di giustificare la propria esistenza.
Quella che più di tutte è un inno ai fondi riversati a caso in ricerca inutile è senza dubbio la psicologia sociale.
La psicologia sociale è quella cosa, perché non so quanto sia il caso di chiamarla disciplina, che sta a metà fra la sociologia e la psicologia, e studia, o almeno così dice di fare, l’interazione tra individuo e gruppi. Peccato è che la psicologia sociale, come il resto delle scienze umane tutte, non mi tira fuori un’ idea o un concetto a cui non si possa arrivare molto intuitivamente con un minimo di buon senso.
La mia non è una crociata contro i mulini a vento; come me la pensano svariati grandi pensatori: una critica molto pungente, ad esempio, arriva dallo storico americano Arthur Schelsinger Jr. , uno che tra le altre cose ha vinto due pulitzer ed era specializzato nella storia della Seconda Guerra mondiale. Ora, si dà il caso che ai tempi della seconda guerra mondiale, la psicologia sociale esistesse come disciplina da ormai una quarantina d’anni, e svariate persone fecero le loro “ricerche” sui soldati americani e sulle gerarchie dell’esercito, ottenendo quelle che l’amico Schlesinger chiamò ” pounderous demonstrations of common sense “.
Un celebre sociologo, Paul Lazarsfeld compilò, nel 1949, una lista delle “scoperte” che erano state fatte da questi studi compiuti nelle gerarchie militari. Eccone un breve assaggio, con tra parentesi i commenti dello stesso Lazarsfeld:
1) I soldati più istruiti facevano più fatica ad adattarsi alla vita nell’esercito dei meno istruiti ( Gli intellettuali sono meno preparati ad affrontare lo stress di una guerra rispetto a chi a vissuto in strada)
2)I soldati del sud degli Stati Uniti sopportavano meglio il clima tropicale delle isole del Pacifico rispetto a quelli del nord ( i sudisti erano generalmente più abituati ad un clima caldo)
3)I soldati semplici bianchi erano più impazienti di ricevere promozioni e riconoscimenti dei soldati di colore (anni di oppressione hanno il loro peso sulla motivazione, specialmente quando la stragrande maggioranza degli ufficiali è bianca)
4) I soldati neri del sud preferivano ufficiali bianchi del sud rispetto a quelli del nord ( gli ufficiali del sud erano più usi e avevano più esperienza nell’interagire con gli afroamericani)
5) I soldati erano più desiderosi di tornare a casa durante le battaglie che nei mesi successivi all’armistizio ( durante i combattimenti è difficile non rendersi conto che la tua vita è in serio pericolo).
La lista prosegue, con altri studi e altre spiegazioni totalmente ovvie. Una compilation di banalità.