In una speciale edizione due per uno, tutti i contenuti che avreste potuto leggere sotto l’ombrellone ma che invece leggerete di sforo mentre fate finta di lavorare.
Per cominciare, una buona notizia: presente quando avevo ***invitato con violenza verbale*** a donare per sequenziare il genoma di tutti i kakapi viventi?
I primi 40 sono fatti! Wiiii!
Continuando più o meno sul tema salviamo i Kakapi, la Nuova Zelanda ha inaugurato un progetto in cui vuole eliminare tutti i predatori invasivi entro il 2050.
E per restare sul tema cose esotiche in via d’estinzione, due regioni genomiche legate al sistema immune dei Diavoli della Tasmania si stanno evolvendo e diffondendo a velocità assurde per difendere queste creature dal cancro facciale contagioso che ha stroncato l’80% della popolazione negli ultimi 20 anni. Forse c’è speranza non si estinguano a breve.
La reazione naturale all’esistenza di questo articolo è perplessità. Davvero il New York Times ha fatto una feature da 4 pagine sulle caviglie del David? Ebbene, dategli una chance e non solo sarà il miglior articolo che mai leggerete sulle caviglie del David ma uno dei pezzi più belli che ho letto sta estate.
Ci sono poche testate che riescono a pubblicare boiate assolute e articoli eccellenti senza soluzione di continuità quanto Vox.
Nel caso specifico, questa spiegazione dei fattori che sommati vanno a creare il gender gap è eccellente e a fumetti, il che è ben strano visto che la maggior parte degli articoli di policy/economia “seri” su Vox sono superficiali ed approssimativi all’ennesima potenza.
Stefano della Casa ha letto Merchants of Doubt, un libro che fortemente consiglio e di cui tristemente continua a non esistere una edizione italiana, e ne ha fatto un utile bigino su wired.
Il Regno Unito non ha neppure ancora incominciato la procedura di uscita dall’Europa post-voto-brexit, ma gli effetti sulla scienza già cominciano a vedersi: la testimonianza di un gruppo di ricerca scaricato da un progetto internazionale perché in un paese non gradito.
Un editoriale su Nature che dice cose che dico da anni su impact factor ed editoria, finalmente.
Il punto però non è ” ZOMG come sono avanti “, perché quello che dico da anni sono banalità ben note a chi si interessa anche un minimo alla politica della scienza, è che Nature e il suo gruppo editoriale, cioè la gente che più direttamente trae vantaggio dal francamente obsoleto sistema dell’Impact Factor, finalmente tira fuori la testa dal guscio e dice ” ohibò, forse il sistema non funziona”. Vagamente un buon segno, insomma. Però ora bisogna che si sveglino amministrazioni, università, commissioni e via discorrendo, per cui ci saranno ancora manciate di anni da aspettare.
Una difesa abbastanza pressima delle collection private di fossili (ma che davvero il meglio che puoi far è Mary Anning Nel 2016?). Ma la questione del dilettantismo e di come la legge è “lose-lose” è interessante.
A tal proposito, riporto un commento sulla situazione Italiana di un amico paleontologo che resterà anonimo perché non gli ho chiesto il permesso di usarlo:
Clicca per vedere il commento
Parlando di comunismo ma neanche troppo,il primo trial su umani con i famigerati CRISPR per editare il genoma di cellule immunitarie è stato approvato in Cina.
Un junior editor di Nature mette insieme l’articolo sulle raccomandazioni per le letture estive.
“Dai, Joan B. Silk, consiglia una lettura estiva per i lettori di Nature”
” Raccomando Mammal societies, un bel manuale da 760 pagine e 80 dollarozzi di ecologia comportamentale sui mammiferi prosociali ”
” Ah. Lettura sotto l’ombrellone ideale. Come mai proprio questo libro? ”
” Ci son dentro delle mie foto, prendo le royalties.”
Ai professori senza tenure puoi togliere le cattedre ma non il vizio di RACCOMANDARE I LORO CAZZO DI LIBRI.
Un articolo di Vox sulle sfide e i problemi della scienza moderna ci insegna che c’è il determinismo nomologico, e poi c’è il determinismo cognomologico:
[…] ” researchers feel obligated — or willingly seek — food industry support. The frequent result? Conflicts of interest.”
—Marion *** Nestle ***, food politics professor
L’Elsevier, il malwagio editore scientifico per eccellenza, nel suo tentativo di diventare un cattivo più caricaturale del dottor male, ha appena cercato di brevettare la peer review online.
Qualcuno può per favore passare a fil di spada tutto il CDA Elsevier? Grazie.
E poi bon, torno a giocare a Europa Universalis 4 prima che con la prossima patch cambi tutto di nuovo.
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