Non scrivo quasi mai in occasione di anniversari perché ciò richiede due skill critiche (essere puntuali e non essere pigri) che non ho minimamente, ma oggi è il compleanno di Ernst Haeckel, probabilmente uno dei 10 biocosi più importanti della storia della biologia, quindi faccio un’eccezione e ci provo.
Se avete presente Haeckel lo avete presente per una di due cose: le stampe litografiche sparaflesciose che faceva e che ancora adesso sono un capolavoro, o il fatto che è quello che ha promulgato la legge biogenetica, alias ” L’ontogenesi ricapitola la filogenesi “, alias ” Se guardi un embrione umano mentre si sviluppa all’inizio sembra un pescetto, poi un rettilino, poi un mammiferotto, e infine una persona, come se durante lo sviluppo embrionale ripercorresse tutto il suo albero genealogico a ritroso.”
A fare i pignoli, no, non è vero che l’ontogenesi ricapitola la filogenesi: è un’analogia carina, che funziona e rende l’idea, ma insomma, no, la realtà è più complicata di così. Ma era un precetto fondamentale della versione della teoria dell’evoluzione di Haeckel, di cui però raramente si fa menzione perché si è tutti impegnati a tirar in mezzo Lamarck (A questo proposito: avete mai provato a leggere gli scritti di Lamarck? Non si capisce niente orcoschifomadò. Praticamente che abbia detto qualcosa sull’eredita dei caratteri acquisiti lo devo prendere per atto di fede).
Haeckel aveva studiato medicina in Germania, ma della medicina gli fregava relativamente: era rimasto fulminato da quella che era in quel momento (prima metà del 1800) la teoria scientifica figosa du jour: l’idea che la vita fosse fatta da cellule. Una volta che ha una cattedra, a Jena, prende e scappa in sud Italia, dove si mette a studiare gli invertebrati marini, perché nelle loro forme macroscopiche vede chiari collegamenti con la loro natura microscopici. Ah, che bei tempi il 1850, quando i cervelli in fuga erano verso l’Italia invece che da!
Si studia quindi bene radiolari e cnidari vari, finché non gli capita in mano, intorno al 1860, la traduzione in tedesco dell’Origine Delle Specie. La sua reazione è ” FIGATA PAZZESCA ADESSO VADO IN MEZZO ALLA STRADA E URLO AL MONDO QUANTO HA RAGIONE DARWIN ” torna in patria e più o meno fa quello, al punto di diventare uno dei più accaniti propositori dell’evoluzione fuori dal Regno Unito, nonché uno dei responsabili primari del fatto che per mezzo secolo la Germania sarà all’avanguardia nello studio di tutte le bioscienze.
Il problema è che Haeckel, dell’evoluzione, ha un’interpretazione vagamente eterodossa, perché vorrebbe aggiungerci cose che in Darwin, di per sé, non ci sono.
Haeckel, per via dei suoi studi, c’ha una fissa, che si chiama ” Entwicklungsgeschichte “. Cioè più o meno “l’evoluzione è la storia dello sviluppo”. Tra l’altro: Darwin, nella versione originale dell’Origine, sta bene attento e usa una sola volta “evoluzione”, perché evolvere a quei tempi, come da etimologia, si usava proprio per indicare quello che oggi chiamiamo “sviluppo embrionale”. Haeckel non era scemo e non aveva frainteso, ma comunque aveva quest’idea che l’evoluzione fosse il processo tramite cui per generazione spontanea da roba inorganica venisse fuori roba organica, che poi si organizzasse spontaneamente in forme più complesse.
La selezione naturale, che era invece la parte più meccanicamente importante e nuova dell’evoluzione di Darwin, era più in secondo piano per Haeckel: funzionava, si, ma solo a livelli tassonomici alti, tipo i phylum, il resto era una tendenza spontanea e naturale delle cose viventi a diventare più complesse invece che meno complesse, esattamente come si può vedere nell’embriologia! Ah, tra l’altro: la parola phylum e il suo uso nella classificazione tassonomica: inventati da Haeckel.
Haeckel c’aveva insomma in testa un bel po’ di idee non darwiniane, alcune forse lamarckiane, sposava una sorta di scala naturae, e in generale aveva una filosofia personale molto particolare basata sul monismo, sull’unità di tutte le cose, non solo nel mondo vivente, ma anche di tutte le scienze. Ad esempio, era amicone di August Schleicher, alias il linguista che organizzò per primo le varie lingue moderne secondo un albero genealogico, il che portò Haeckel ha dire ” VISTOOOOO!?! L’EVOLUZIONE E’ OVUNQUEEE* “.
Raccolse il suo modello filosofico complessivo in ” Die Welträtsel “, alias ” I problemi dell’Universo ” che fu un best seller e lo rese uno degli scienziati viventi più famosi del suo tempo.
Bonus: fu anche una delle prime persone ad usare l’evoluzione come mazza ferrata per picchiare la religione organizzata. Nelle sue parole alla prova dei fatti il dio cristiano della chiesa era un “vertebrato gassoso”, il “Vero Dio(tm)” invece era incarnato nelle forze della natura e l’unica intepretazione valida della divinità era quella panteistica. Addirittura ad una conferenza a Roma, nel 1904, si fece eleggere dai presenti Anti-Papa. No, non sto scherzando.
Lo so che in queste ultime frasi il tono è “velata presa per il culo”, ma è perché con il senno di poi siamo tutti furbi e intelligenti e non abbiamo mai creduto a cose assurde; Haeckel è uno di quei giganti del pensiero sulle cui spalle siamo seduti e che vale la pena sforzarsi di ricordare anche se si è dei pigroni smemorati.
Bibliografia di riferimento: in realtà ho scritto a braccio perché figa, è Haeckel, sono suo grande fan, ma se volete un pezzo di carta dove trovare conferma da terze parti di quello che dico ho successivamente googlato questa Tesi di Laurea di tale Giorgio Tarditi, pubblicata su Pikaia, che non ho neanche veramente letto tranne l’indice, la bibliografia e la parte sull’antipapa che ho copiato da lì.
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