Archivio Categoria: Prosopopea in pillole

Le stelle sopra Milano – Infografica

Eh niente, per Space Up Milan (Che è stato il 5-6 NOVEMBRE, sigh) volevo fare un infografica poca sostanza tutto sharebait per fare pubblicità, ma siccome sono un bradipo l’ho finita ora.

(Cliccate per full res che ridotto è più brutto e sgranato di quanto dovrebbe essere)
infograficanightskymaybefinalE’ anche visivamente bruttina, ma io sono così disgrafico che l’ultima volta che ho provato a disegnare un uovo mi sono rotto il menisco.

Ovviamente, mai e poi mai il cielo notturno sopra Milano lo vedreste così. Cioè, nell’animazione ci sono tutte le stelle con magnitudine apparente almeno 5, che, in teoria, è più o meno il limite di visibilità a occhio nudo. E vabbé, c’è anche lo spettro della via lattea che fa scena e dà meglio il senso di rotazione. Tra inquinamento luminoso, smog, generale clima padano, etc, un cielo notturno così sopra milano esiste solo nei sogni più reconditi degli astrofili.

Al di là di tutte ste menate, spero che l’infografica almeno renda chiaro un punto. Perché, almeno nella mia minuta esperienza, chiunque abbia mai tirato su il naso al cielo sa che il cielo dallo stesso posto cambia nel corso della notte, perché le stelle “sorgono e tramontanto” (più precisamente la terra gira); e che se ci si muove lungo la latitudine terrestre la volta celeste cambia (c’era uno schemino nell’angolino ma l’ho cassato in quanto minuscolo e incomprensibile se non sapevi già il concetto. E ingrandire di più l’immagine era sbattone). Che nello stesso posto, alla stessa ora, durante l’anno, le “stelle fisse” visibili cambino dovrebbe essere più o meno intuitivo allo stesso modo, ma mentre nessuno ha obiezioni coi moti millenari, quando dico cose simili a profani ricevo spesso occhiate sbilenche.

Come da angolino in basso a destra, la posizione delle stelle viene da Yoursky di John Walker; la posizione della via lattea l’ho invece calcolata con Stellarium, mentre i colori della medesima sono un po’ a caso ma rubati con lo strumento contagocce da foto in ottico della nostra galassia.

E niente, è stato un lavoraccio e non farò mai più un infografica per il resto dei miei giorni.

La vita, le opere e il genere(!?) del Dottor Barry

Nel luglio del 1865, a Londra, il Dottor James Barry, che aveva ottenuto il rango di Inspector General of Military Hospitals, il più alto grado per un ufficiale medico nell’esercitò inglese, morì di dissenteria.

Il suo ultimo desiderio fu che il suo corpo non fosse toccato, neanche per essere aggiustato per la sepoltura, dopo la morte; ma vista la situazione, una donna zelante decise di andare contro all’ultimo desiderio del defunto.

E scoprì che il defunto Dr James Barry, uno dei medici più rispettati d’Inghilterra, era una donna.

Un ritratto di James Barry nel 1813, autore ignoto

Un ritratto di James Barry nel 1813, autore ignoto.

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Haeckel: evoluzionista, artista, antipapa

Non scrivo quasi mai in occasione di anniversari perché ciò richiede due skill critiche (essere puntuali e non essere pigri) che non ho minimamente, ma oggi è il compleanno di Ernst Haeckel, probabilmente uno dei 10 biocosi più importanti della storia della biologia, quindi faccio un’eccezione e ci provo.

Se avete presente Haeckel lo avete presente per una di due cose: le stampe litografiche sparaflesciose che faceva e che ancora adesso sono un capolavoro, o il fatto che è quello che ha promulgato la legge biogenetica, alias ” L’ontogenesi ricapitola la filogenesi “, alias ” Se guardi un embrione umano mentre si sviluppa all’inizio sembra un pescetto, poi un rettilino, poi un mammiferotto, e infine una persona, come se durante lo sviluppo embrionale ripercorresse tutto il suo albero genealogico a ritroso.”

A fare i pignoli, no, non è vero che l’ontogenesi ricapitola la filogenesi: è un’analogia carina, che funziona e rende l’idea, ma insomma, no, la realtà è più complicata di così. Ma era un precetto fondamentale della versione della teoria dell’evoluzione di Haeckel, di cui però raramente si fa menzione perché si è tutti impegnati a tirar in mezzo Lamarck (A questo proposito: avete mai provato a leggere gli scritti di Lamarck? Non si capisce niente orcoschifomadò. Praticamente che abbia detto qualcosa sull’eredita dei caratteri acquisiti lo devo prendere per atto di fede).

Haeckel aveva studiato medicina in Germania, ma della medicina gli fregava relativamente: era rimasto fulminato da quella che era in quel momento (prima metà del 1800) la teoria scientifica figosa du jour: l’idea che la vita fosse fatta da cellule. Una volta che ha una cattedra, a Jena, prende e scappa in sud Italia, dove si mette a studiare gli invertebrati marini, perché nelle loro forme macroscopiche vede chiari collegamenti con la loro natura microscopici. Ah, che bei tempi il 1850, quando i cervelli in fuga erano verso l’Italia invece che da!

La maggior parte delle stampe di Haeckel sono di dominio pubblico! Gioa gaudio e tripudio! Questo viene da Kunstformen der Natur, la piastra nello specifico è quello sui Prosobranchia, una sottoclasse di molluschi gasteropodi, ed è stata scelta esclusivamente perché contiene "Proso" nel nome.

La maggior parte delle stampe di Haeckel sono di dominio pubblico! Gioa gaudio e tripudio! Questo viene da Kunstformen der Natur, la piastra nello specifico è quello sui Prosobranchia, una sottoclasse di molluschi gasteropodi, ed è stata scelta esclusivamente perché contiene “Proso” nel nome.

Si studia quindi bene radiolari e cnidari vari, finché non gli capita in mano, intorno al 1860, la traduzione in tedesco dell’Origine Delle Specie. La sua reazione è ” FIGATA PAZZESCA ADESSO VADO IN MEZZO ALLA STRADA E URLO AL MONDO QUANTO HA RAGIONE DARWIN ” torna in patria e più o meno fa quello, al punto di diventare uno dei più accaniti propositori dell’evoluzione fuori dal Regno Unito, nonché uno dei responsabili primari del fatto che per mezzo secolo la Germania sarà all’avanguardia nello studio di tutte le bioscienze.
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I microbiomi non sono una novità

Ultimamente c’è un sacco di gente che si fa le seghe a due mani sul microbioma umano: ” Ohibò i batteri che hai nell’intestino determinano se ingrassi o meno ” “Ohibò il microbioma influenza se sviluppi allergie o meno ” e via di questo passo. Non passa una settimana senza che non esca qualche lancio stampa su qualche implicazione sulla salute dei microorganismi che vi vivono dentro/addosso.

Ma non è mica che il microbioma è un’idea nuova. Cioè, è un campo di ricerca nuovo perché prima era complicato studiarlo, ma al di là di quello, gli amici piantologi vegetali ste robe l’avevano già messe in conto negli anni 50, quando ha cominciato a diventare popolare il termine fillosfera, cioè le foglie e le altre parti visibili della pianta come habitat dei micro-organismi. I piantologi ci sono arrivati prima non solo perché sono più sgamati della media, ma perché già sapevano bene l’importanza delle comunità batteriche vicino alle radici delle piante, la rizosfera, han fatto 2+2 e si son dati pacche sulle spalle tra di loro.

Photocredits: La muffa grigia che se magna un grappolo d'uva, foto di Tom Maack via Wikimedia Commons, su licenza CC BY-SA 3.0

Photocredits: La muffa grigia che se magna un grappolo d’uva, foto di Tom Maack via Wikimedia Commons, su licenza CC BY-SA 3.0

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Questa non è una farfalla

Caligo Atreus e crisopidi che non sono farfalle

immagine composita dalla fig 1 del paper con crisopidi fossili e dalla foto di Caligo atreus di Lorenzo Magnis, rilasciata in licenza CC-BY-NC-SA https://www.flickr.com/photos/lorenzo-l-m/

Ceci n’est pas un papillion.

Cioè, un momento. Quella sulla sinistra sì, è una farfalla civetta. Ma i fossili sulla destra? Quelle non sono farfalle, sono cose farfallose 80 milioni di anni prima che esistessero le farfalle.

Confusi? Mannò, dai, è solo evoluzione convergente, anche se a livelli che sfiorano l’incredibile.

Circa 165 milioni di anni fa, nel giurassico, quei cosi sulla destra, crisopidi kalligrammatidi, svolazzavano in giro, impollinavano fiori e ciucciavano nettare. Ma i crisopidi non sono farfalle: il loro antenato comune più vicino viveva tipo 300 milioni di anni fa. Se googlate crisopidi, anche se il nome non vi dice niente, sono sicuro che li avete visti in giro nella vostra vita. 300 milioni di anni significa che sono due lignaggi evolutivi separati quanto Homo sapiens e il rospo comune.
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Perché non ci sono serpenti erbivori ?

Stavo guardando un video di un pitone che si mangia una antilope intera in un sol boccone, e improvvisamente mi sono reso conto che i serpenti sono ben strani.

Ci sono montagne di mammiferi erbivori, dall’amabile vacca ai bradipi, i conigli e i loro compari, i lamantini e alcune specie di primati (inclusi alcuni esseri umani. Ci sono uccelli erbivori: anche non volendo includere nella categoria i granivori che si mangiano semi vari ci sono uccelli come l’Hoatzin del rio delle amazzoni, che mangia solo foglie.

Opisthocomus hoatzin è un uccello veramente bizzarro: al di là dell’essere l’unico uccello che mangia solo foglie, facendole fermentare in un organo apposito (e facendo puzzare questo uccello come una fogna), ha anche gli artigli sul margine superiore delle ali, un carattere moderno che ricorda però forme antiche. Photocredits: The Internet Bird Collection

Ci sono un sacco di pesci erbivori, dai  ciclidi ai pesci rossi, e anche tra i rettili abbiamo tartarughe e lucertole che si cibano solo dei prodotti della terra.

Ci sono 3400 specie di serpenti note sulla faccia della terra, e non ne conosciamo neanche una che si astenga dai piaceri della carne. Perché ?

Una risposta, parziale, è dovuta al fatto che nessuna specie erbivora è veramente erbivora. Tutte le specie sopra elencate non digeriscono da sole il proprio cibo, che è strapieno di cellulosa: non hanno enzimi per rompere la cellulosa in composti facilmente utilizzabili, come il glucosio. Invece, subappaltano il loro sistema digerente a comunità di microbi che vivono negli stomaci e negli intestini facendogli fare il lavoro sporco. Sono simbionti indispensabili, senza cui l’erbivoria non sarebbe possibile.

Ma perché funzioni, i neonati devono far colonizzare il loro sistema digerente da questi microbi. E per farlo utilizzano sistemi diversi: si va dall’allattamento, alla coprofagia (mangiare la cacca dei genitori), alla trasmissione attraverso contatto sociale e cure parentali. Predigerire e rivomitare il cibo nella bocca dei piccoli, ad esempio, non trasmette solo nutrienti facilmente assimilabili ma anche tutta una comunità microbica utile.

Tutte queste cose, generalmente, mancano nei serpenti (anche se a dirla tutta circa il 10% dei serpenti è viviparo, cioè partorisce direttamente cuccioli, non depone uova) , il che rende automaticamente difficile la trasmissione dei microbi necessari di generazione in generazione. In più, quando hai mascelle evolute per ingoiare roba grossa come un’antilope intera, e difficile che tu possa passare a una vita da erbivoro, in cui la masticazione deve essere ininterrotta e costante: semplicemente, non è una buona idea. Quindi il mangiare fusti, o foglie, o erbe è precluso ai serpenti sostanzialmente per via della loro storia naturale: avrebbero bisogno di così tanti cambiamenti nel loro stile di vita che qualsiasi serpente erbivoro non sarebbe più un serpente.

Ok, e che dire di serpenti frugivori ? Ci sono lucertole che vengono ricompensate per il loro lavoro come impollinatori o dispersori dalle piante, tramite frutti succulenti o dolcissimo nettare.

A Gecko delle Mauritius, ad esempio, sembra piacere veramente tanto il nettare di quella Trochetia. Photocredits: Tortoise forum

Inghiottire un frutto intero non sarebbe molto diverso da inghiottire un uovo intero o un piccolo mammifero: sono tutte cose che hanno un contenuto energetico alto e possono essere digerite con relativa calma. In più, ci sono un sacco di specie di serpenti arboricoli che, stando appollaiati tra le fresche frasche, non dovrebbero neppure far molto sforzo per prendere due bocconi di frutta invece che depredare un nido. E’ vero che i serpenti moderni essendo ipercarnivori mancano di amilasi e di tutto l’ensemble di enzimi utili per digerire prodotti vegetali in generale, ma il fatto che ci siano sauri erbivori fa pensare che non fosse una via impossibile da percorrere per l’evoluzione, ma piuttosto una via non esplorata dall’evoluzione (o, se è stata esplorata, si è rivelata un vicolo cieco).

Perché non ci sono serpenti frugivori ? Qualcuno ha qualche idea ?

Come annientare quel motivetto che vi resta in testa (e altri sproloqui)

Approssimativamente un quarto d’ora fa, su  Radio Messina International, il sempre caro Wikigreg mi ha fatto una marchetta assolutamente gratuita.

Apprezzo, chiaramente, perché niente scalda il mio cuoricino più di pubblicità gratuita e disinteressata; ma  mi mette anche un poco in difficoltà, dal momento che mi reindirizza qui un sacco di gente  che normalmente segue il Wikigreg per le sue profonde  (?) osservazioni sulla musica e dintorni, dove i nuovi utenti troveranno robe di insetti e storia della scienza. Come accalappiare questi nuovi potenziali Prosopofans ?

Il problema esiste, perché non ne so molto di musica: le mie qualifiche in questo campo si fermano più o meno al fatto  che posseggo un paio di orecchie.

Ma la mancanza di qualifiche non mi ha mai scoraggiato dallo sproloquiare su cose di cui non capisco un accidenti, e non comincerà stasera.

Spesse volte ho provato a martellare il Wikigreg con la Lunga E Nodosa Verga Della Scienza™ per fargli entrare in testa qualche fattoide sulla vita, l’universo e tutto quanto, ma senza alcun successo.

Eh, chi non lo vorrebbe Greg, chi non vorrebbe...

Eh, chi non lo vorrebbe Greg, chi non vorrebbe…

L’unica cosa che gli entra in testa sono quelli che gli anglofoni chiamano earworm, i motivetti che continuano incessanti a suonare nella vostra testa per ore, e ore, e ore. Siano gli Eiffel 65 o le dannate canzoni di natale che suonano incessanti in questo periodo, avere una canzone bloccata in testa può essere fastidiosa.

Specialmente se la canzone non è bloccata nella tua testa, ma in quella di tuo fratello, che sa cantare come sa cantare un pezzo di ghiaccio secco.

Fortunatamente, la SCIENZA~! ci può aiutare.

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La birra è la dimostrazione che il lievito è uno psicopatico

Oggi è San Patrizio.

Nel mio disperato tentativo di scalare il pagerank di google, la tentazione di saltare sul carro dei blogger che scrivono qualcosa sulla “scienza della birra” è particolarmente difficile da resistere.

Tuttavia, scrivere un articolo sulla birra il giorno di San Patrizio è quasi più inflazionato di scrivere un’articolo sull’ossitocina a San Valentino; Nature ha disperatamente cercato di darmi un assist per evitare di farlo, pubblicando un paper su come i moscerini che vengono respinti sessualmente affogano i loro dispiaceri nell’alcool, ma è già stato ampiamente sfruttato dalla carta stampata, e il mio spirito hipster rifugge da una cosa così mainstream.

Quindi, per restare tangenzialmente sul tema e girarlo un po’ più sull’evolutivo-biologico, è il caso di chiedersi come il lievito di birra, Saccharomyces cerevisae, sia diventato il miglior amico degli alcolisti.

Il simpatico funghetto, causa di, e soluzione a, tutti i problemi della della vita, in un microgramma al microscopio elettronico a scansione. Colorato in verde, visto che è San Patrizio. Quelle che sembrano croste gialle sono le cicatrici dei punti da cui si è staccata la progenie durante la mitosi.

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Come riparare un cuore infranto

Certe ferite possono fare davvero male.

Certe cose possono ferire nel profondo una persone.

Certe cose possono letteralmente spezzare il cuore.

Non temete: Prosopopea non sta lentamente degenerando verso un livello editoriale degno di  un magazine per teenagers.

Quando dico letteralmente, non lo intendo figurativamente: le cose che spezzano il cuore di cui si parla qui tendono ad essere cardiopatie e infarti.

E quando un cuore viene letteralmente infranto da questo genere di cose è un bel problema, anche peggio di delusioni amorose: specialmente perché, ad oggi, non esiste trattamento per questo genere di problemi.

Anche se, grazie al progresso della SCIENCE~, forse c’è qualcosa che si può fare: dai prodi ricercatori dell’Università della California arriva un paper titolato: Catheter-Deliverable Hydrogel Derived From Decellularized Ventricular Extracellular Matrix Increases Endogenous Cardiomyocytes and Preserves Cardiac Function Post-Myocardial Infarction. 

E’ un titolo stupendo perché dice precisamente tutto quello che c’è da dire; ma forse è il caso di dissezionare un po’ di più la questione.

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Scarafaggi cyborg alimentati a sangue

Gli scarafaggi sono animali allucinanti, e questo non è una novità: sono alquanto resistenti, possono digerire colla e silicone, sopravvivono una settimana se li decapiti, e tante altre belle cosine.

Ora però dei ricercatori hanno deciso di condannare l’umanità, e farli diventare dei cyborg degni di William Gibson.

Blaberus discoidalis, alias lo scarafaggio che sopravvive una settimana quando viene decapitato, è stato scelto come soggetto di questo esperimento, probabilmente in quanto incapaci di soffrire e totalmente indistruttibili.

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