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Agricoltura per coleotteri: come ti trasformo un parassita in un nutriente snack

Gli esseri umani non hanno inventato l’agricoltura.

Ci sono specie di formiche e di termiti che costruiscono vere e proprie serre e giardini, strutture specializzate gargantuesche che ricordano l’agricoltura estensiva umana, in cui coltivano specie di funghi con cui hanno una imprescindibile relazione mutualistica. E, che si tratti di tagliare foglie da dar da mangiare alle formiche, o di mungere gli afidi che si allevan con fatica, son quasi sempre solo gli insetti eusociali, quelli che vivono tutti imparentati in grosse colonie, che possono permettersi questo genere di investimento industriale.

Ed è difficile capire come una relazione così stretta e da cui così fortemente dipendono sia l’agricoltotore che l’agricolto sia potuta evolversi attraverso passaggi graduali fino a questo perfetto mutualismo.

Ma dal Giappone arriva una ricerca con un sacco di cose che piacciono a me: insetti, parassiti, lieviti, e creature che indirettamente fanno del male ai Panda depositando uova nel bamboo.

Tendenzialmente io preferisco fare male ai panda direttamente .

Ok, tecnicamente, Doubledaya bucculenta, vivendo in giappone e depositando le uova nel bambù morto o morente, non compete con i Panda per risorse o habitat. Ma, in ogni caso, questo coleottero è la dimostrazione che con un po’ di creatività si possono evolvere metodi più intelligenti di usare i germogli di bamboo che mangiarne quintali al giorno.

D. buccolenta in tutto il suo splendore. Photo Credits: QUESTO blog giapponese

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Quattro hominini e un matrimonio

Sono ad un matrimonio. Al banchetto, precisamente. E non posso fare a meno di pensare che in nessun modo l’essere umano si sia evoluto per questo. Forse è perché mi sento uno straniero in terra straniera, ad un tavolo dove l’unica faccia conosciuta è quella, insopportabile, di mia sorella. Forse è che nessuno si può sentire a suo agio mangiando montagne di cibo ipercalorico ad una temperatura vicina a quella del Sahel; forse è la cravatta che avvinghia il mio collo come un constrictor ubriaco, forse è il bicchiere di vino che mi sono appena scolato, ma l’unica cosa che ho in testa è Paranthropus boisei.

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Perché gli insetti sono così piccoli?

Per quanto gli entomofobi possano non essere d’accordo, gli insetti sono creature piuttosto piccole.

Ma non è sempre stato così. Prendiamo l’esempio più comune e lampante, un membro del genus Meganeura:

Le libellule sono insetti relativamente grossi anche ora, ma Meganeura, anche se da questa immagine non si riesce a capire bene la proporzione, aveva un apertura alare di approssimativamente 60 centimetri. Photo credits: Hcrepin via wiki commons.

Per quanto esistano ancora adesso libellule piuttosto grosse, e sicuramente stupende, la più grande libellula vivente, Megaloprepus coerulatus, è molto più piccola.

Questa libellula, indigena del centro e sud america, ha soltanto 19 centimetri di apertura alare. In confronto a Meganeura è praticamente un pigmeo. Photocredits: Roy J. Beckermeyer via WindsOfKansas

C’è una spiegazione tradizionale di questo fatto, che ha a che fare con i livelli di ossigeno atmosferici. La spiegazione tradizionale è, però, probabilmente sbagliata.

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Perché dobbiamo la nostra esistenza ad un virus

C’è una domanda abbastanza standard nella “divulgazione scientifica” che viene spesso posta a quel genere di scienziati che va in TV a farsi intervistare.

E la risposta a questa domanda è altrettanto standard, almeno dai tempi di Carl Sagan in po: quando ti chiedono ” Qual’è il fatto più straordinario che la scienza ti ha insegnato ” la risposta è un poetico sviolinamento della nucleosintesi stellare. Neil DeGrasse Tyson, Michiu Kaku, Krauss, la Hack, perfino Dawkins (Dov’è l’orgoglio biologico!?!):  a tutti piace ricordare come gli atomi che compongono il nostro stesso corpo, il ferro nel nostro sangue, il calcio nelle nostre ossa, siano stati creati a partire da elementi più semplici in quelle enormi forge a fusione nucleare che sono le stelle, che poi, solo esplodendo hanno potuto spargere i loro prodotti, indispensabili per la vita, nell’universo.

“Dimenticati Gesù”, dice Lawrence Krauss ” Una stella è dovuta morire perché tu potessi vivere “, facendo  eco a modo suo al ” Siamo polvere di stelle ” di Carl Sagan che sicuramente piace a quelli di Stukhtra (un altro blog che dovreste leggere invece di questo)

E, probabilmente, per quanto possa rimproverare Dawkins, se mi aveste preso di sopresa prima della scrittura di questo articolo sarebbe stata anche la mia di risposta, perché la nucleosintesi stellare è una grandissima figata.

Ma, dal momento che io non vado in tv e quindi difficilmente la gente mi può prendere alla sprovvista, voglio proporre una alternativa biologica.

Se non fosse stato per un virus, nessuno di noi sarebbe mai nato.

Gli embrioni di un bradipo, pangolino e armadillo, da On the structure and development of the skull in the mammalia (1874) di William Kitchen Parker, via Openlibrary.org

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Perché la pioggia non stermina le zanzare

Mantenendo quella che al peggio potrebbe persino essere una tradizione dopo “Le zanzare e l’arte della guerra” dello scorso anno, con l’inesorabile approssimarsi della stagione estiva Prosopopea si dedica nuovamente alla più sadica tra tutte le succhiasangue: la temibile zanzara.

Uno dei metodi più soddisfacenti per eliminare quelle che per noi sono semplici scocciatrici, ma nelle zone tropicali del mondo sono ancora letteralmente vettori di morte, è il brutale, diretto, trauma fisico. Silenziare per sempre il ronzio di una di queste bestie è relativamente semplice, considerato il “piccolo” vantaggio che ci conferisce essere leggermente più grande di una zanzara.

Un virtuoso dell’anofelicidio potrebbe persino immaginarsi un dispositivo degno di Wil.E. Coyote, per spappolare l’odiato insetto al di sotto di incudini volanti. Sfortunatamente, ma non sorprendentemente, essendo un piano sponsorizzato ACME, una cosa del genere non funzionerebbe.

I’m stinging in the rain, just stinging in the rain…

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Formiche, tenaglie e catapulte.

Avete mai sentito  dire che le formiche sono tra gli insetti più “forzuti”, perché possono sollevare e trasportare molte volte il loro peso corporeo senza particolare sforzo ? Sicuramente sì, magari quando eravate bimbi.

Ora, se avete dei bambini in età scolare, voglio che andiate a prenderli e gli facciate vedere il resto del post, perché se una cosa così awesome come quella che vi sto per far vedere non li fa interessare alle meraviglie della biologia, potete pure cominciare a vendere i loro organi, perché sono morti dentro.

Vi presento le formiche trappola:

Odontomachus chelifer, la più grande formica trappola del sud america, in una delle tante meravigliose foto di Alex Wild

Vedete quelle grosse, minacciose tenaglie in primo piano, che sembrano essere pronte a maciullare qualsiasi cosa ?

Se vi dicessi che sono così veloci che si possono chiudere intorno alla preda a 200 km/h, e generano talmente tanta potenza che le formiche stesse possono essere scagliate per aria dalla loro stessa bocca ?

No, seriamente, guardate il video:

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Sesso, planarie e cannibalismo

Il sesso, inteso come riproduzione sessuata, è una cosa alquanto strana.

Evolutivamente parlando, il sesso è semplicemente un compromesso.

Riprodursi in maniera asessuata è sulla carta un’idea molto più intelligente: siccome nel gioco dell’evoluzione vince chi propaga più progenie, o, più precisamente, il maggior numero di copie dei propri geni, essere egoista sembra la strategia più efficace: 100% dei geni nella generazione successiva, senza bisogno di dividere il bottino con nessuno.

D’altro canto, significa che se salta fuori una malattia che è in grado di ammazzare te, sarà in grado sicuramente di ammazzare i tuoi figli-cloni. Il sesso diventa quindi il modo per generare variazione nella progenie: non puoi più passare tutti i geni a tutti i tuoi figli, ma è meno probabile che questi siano tutti spazzati via in un colpo solo.

Praticare l’astinenza da bravi cattolici e replicarsi per clonazione, significa anche perdere la possibilità di riparare i propri geni da mutazioni deleterie, attraverso ricombinazione. Se in uno dei tuoi figli-cloni compare una mutazione deleteria, tutta la sua discendenza avrà quella mutazione deleteria (salvo che una mutazioni riporti la condizione allo stadio originale). Questo succede per ogni generazione, finché le mutazioni si accumulano a tal punto che il gene sparisce dalla popolazione, e addirittura la popolazione stessa potrebbe estinguersi. Questo meccanismo, l’ingranaggio di Muller, combinato a quello descritto un paragrafo fa, l’ipotesi della regina rossa (è allucinante che non ci sia questa pagina su wiki ita, wikipediani fate qualcosa!), fa dormire sogni tranquilli ai biologi che pensano di aver trovato una  spiegazione plausibile per cui esiste il sesso, anche se ad una prima occhiata sembrerebbe una pessima idea.

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Fare il parassitoide fa male al karma

Leptopilina boulardi, in una fotografia dall'awesomissimo portofolio di Alex Wild, indispensabile se siete mirmecofili/entomofili.

Leptopilina boulardi è una vespa parassitoide. Depone le sue uova all’interno dei larve di vari ditteri, e, al solito, quando queste si schiudono divorano la larva dall’interno. Ma normalmente, le povere vittime hanno un poco di tregua: Leptopilina sta bene attenta a deporre un singolo uovo per larva, e se trovano una possibile preda già occupata da un uovo altrui, normalmente se ne stanno alla larga.

Normalmente, ma non sempre: perché ogni tanto le vespe ricevono un assaggio della loro stessa medicina.

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I carnivori hanno un pessimo gusto

No, non si parla delle noiose ed inutili diatribe vegan vs onnivori che infestano ormai ogni angolo di internet, ma un mezzo follow-up sulla questione dei gatti e dell’aspirina.

Se vi ricordate, tra le altre cose in quel post si era detto che, essendo il gatto un ipercarnivoro, la sua dieta ha permesso che alcuni geni andassero alla deriva, diventando pseudogeni.

Un paper recente, pubblicato su PNAS, sostiene che il motivo per cui la dieta dei carnivori è carnivora, è dovuta  precisamente a degli pseudogeni.

I mammiferi, in generale, percepiscono generalmente 5 sapori: amaro, aspro, dolce, salato e umami.

Ciascuno di questi sapori ha il suo specifico recettore nelle papille gustative, e il dolce, il salato e l’umami vengono percepiti grazie al legarsi di questi recettori con proteine nel cibo.

I prodi ricercatori hanno quindi sequenziato i geni per questi recettori in 12 specie di mammiferi, inclusi animali alquanto esotici come :

Il protele, o aardwolf, un mammifero insettivoro africano

Il lisango fasciato (Priodon lisang), un carnivoro dell’indocina simile allo zibetto che mai avevo visto prima, ma che è alquanto puccioso.

E hanno trovato montagne di pseudogeni nei recettori gustativi.

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Perché l’aspirina è tossica per i gatti

Vi sarà capitato di sentire, magari come argomentazione contro la sperimentazione animale, che “l’aspirina è tossica per i gatti e anche una singola compressa può ucciderli “.

La realtà è un po’ più complicata di così, e vale la pena soffermarsi un poco sulla questione.

Una compressa che abitualmente possiamo prendere con una certa leggerezza, come antidolorifico, può effettivamente causare una overdose letale in un felino. Paracelso però, ci insegna che è la dose che fa il veleno: il gatto medio pesa “sensibilmente” meno della persona media, e la dose efficace senza essere tossica, non è di conseguenza la stessa. Si può giustificare semplicemente in questo modo la questione, adducendo come incoscienti coloro che pensano di far bene al loro micino dandogli un’aspirina quando zoppica ?

Ebbene, no. Anche tenendo in considerazione le relative proporzioni di peso, un veterinario che somministri aspirina (non è una cosa inaudita) deve essere molto attento alle dosi e alla posologia.

Non solo: quasi volessero dare il loro supporto agli antivivisezionisti, i gatti sono estremamente sensibili ad un altro comune farmaco di grande efficacia nell’uomo, il paracetamolo.

La differenza non sta nel peso, e fenomeni analoghi si presentano anche con sostanze differenti. Che cosa può essere la causa di ciò ? Abbiamo prima bisogno di un’altra osservazione.

LOLcat can has Science.

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