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Le zanzare e l’arte della guerra

Zanzare.

Tra tutte le creature sulla faccia della terra, non credo esista niente di più odiato, disprezzato, vituperato e deprecato delle zanzare.

Tutti odiano le zanzare.

Ed effettivamente hanno ben donde. Oltre all’imparagonabile fastidio che questi mefistofelici insetti infliggono sull’umanità nei mesi estivi, sono il vettore della malaria.
La malaria oggi è per lo più considerata una malattia tropicale, che poco tange le nostre moderne antisettiche società del nord del mondo. Ma al di là del fatto che questo è vero solo da una manciata di decenni, la malaria è probabilmente la singola malattia che ha ucciso il maggior numero di esseri umani in tutta la storia.
250 milioni di nuovi casi l’anno. Un’ecatombe.
E sì, la colpa non è della zanzara, ma del dannato plasmodium, un parassita tanto dell’insetto che dell’uomo.

Ma è molto più soddisfacente odiare le zanzare.

Anopheles gambiae, la zanzara della malaria. Maledetta.

Queste bestie abominevoli hanno un cervello di dimensione paragonabile ad un punto su questa pagina.

Eppure, sono macchine da guerra che farebbero orgoglioso Sun Tzu.
Non importa quanto spesse siano le vostre zanzariere, non importa quanto mefitici siano i vostri repellenti, non importa quanto bene siate nascosti, le dannate succhiasangue troveranno il modo di trovarvi, e assaggiarvi.

Come cazzo fanno ?!

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Parassiti, carcasse e altre cose che si mangiano.

I parassiti non piacciono quasi a nessuno.

Anche i vermi, in generale, non sono esattamente gli animali più sexy che si possano immaginare.

I vermi parassiti, di conseguenza, si portano dietro una certa quantità di pregiudizi, e lo fanno più o meno dall’inizio dei tempi. Nel Settecento, si pensava che i parassiti fossero il prodotto finale di svariate malattie, che uscivano da vari orifizi per generazione spontanea; conseguentemente, i parassiti facevano schifo. Nell’Ottocento, dopo Darwin, si radicò nella mentalità comune l’idea per cui l’evoluzione avesse una finalità teleologica (che Darwin non aveva mai sostenuto, tra l’altro),  e quindi ci fosse questa spinta interiore verso una perfezione sempre superiore. Ma i parassiti no, erano degenerati: spesso nel loro ciclo vitale perdevano segmenti e arti, e semplicemente si attaccavano al loro ospite, interessati soltanto a riparo e nutrimento. Nel Novecento, ci pensa Hitler a peggiorare la situazione: uno dei suoi appellativi preferiti da rivolgere agli ebrei era proprio, guarda caso,  parassiti. E come chiamavano Marx e Lenin i borghesi e i burocrati che opprimevano la società ? Già, parassiti. Il disprezzo e il pregiudizio nei confronti di queste creature è arrivato fino a Konrad Lorenz, il grande pioniere dell’etologia e del comportamento animale, che scriveva di ” evoluzione retrograda ” dei parassiti, forse per evitare il vocabolario di cui la retorica nazista, che lui conosceva molto bene, si era impadronita.

La verità, però, è che i parassiti sono una figata allucinante.

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